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VINI DEL SALENTO
KRASI’ – VINO ROSSO – IGT SALENTO – PRIMITIVO DEL SALENTO
€8.00KRASI' - VINO ROSSO - PRIMITIVO DEL SALENTO
KRASI, il cui nome significa “vino” in greco antico, è un vino rosso prodotto da uve Primitivo in purezza dall’azienda Vitivinicola Alessandro Carrozzo.
I grappoli vengono prelevati nella seconda decade di settembre dalle vigne con piante di 50 anni di proprietà dell’aziende site a Magliano, una piccola frazione di Carmiano, paese vocato da secoli alla viticoltura. Le piante sono coltivate su terreni di medio impasto argillosi-calcarei con la classica tecnica dell’Alberello Pugliese. Dopo la raccolta manuale le uve vengono diraspate e pigiate e in seguito viene effettuata una fermentazione a temperatura controllata. Il vino prosegue con affinamento in acciaio e poi per 6 mesi in barrique per finire poi la sua maturazione in bottiglia.
KRASI è un vino dal colore rosso rubino, carico, luminoso, equilibrato, che sa emozionare per il suo carattere e la sua forza, che però rimane ben dosata. Il profumo è leggermente fruttato, con sentori di frutta surmatura e di vaniglia. Questo vino sferza il palato senza appesantirlo e sa donare una calda sensazione appagante lunga e persistente.
SENO Di PONENTE Salento Rosso I. G. T.
€7.50NEGROAMARO: IL VINO ROSSO DEL SALENTO
Il Negroamaro è conosciuto anche come Negro Amaro o Niuru Maru, Nicra Amaro o Nero Leccese e ha scelto come sua isola felice il Salento, dove è il protagonista assoluto dei rosati salentini e di rossi di grande fascino. A differenza del Primitivo, le uve di Negroamaro hanno una quantità maggiore di zuccheri, e questo, durante la fermentazione alcolica, rende i vini corposi ma allo stesso tempo morbidi, e questa caratteristica lo rende uno dei vini rossi pugliesi più venduti nel mondo. I vini ottenuti, vinificati in purezza, sono quasi impenetrabili, hanno un caratteristico colore rosso rubino intenso tanto scuro da sembrare nero. I loro profumi sono marcatamente fruttati, di more, frutta rossa e frutti di gelso di colore nero, con leggeri sentori di tabacco. Il gusto è intenso e persistente, con una piacevole nota amara (da cui il nome dialettale Niuru Maru, nero e amaro appunto) e l’impatto al palato è particolarmente vellutato. Le caratteristiche tipiche del Negroamaro e la sua piacevolezza fanno sì che con altri vitigni come la Malvasia Nera faccia parte di importanti denominazioni come la Salice Salentino Doc e la Doc Leverano. Inoltre, è spesso utilizzato in purezza per i vini, come accade per il Maime, il rosso della tenuta Tormaresca di Marchesi Antinori che è stato spesso premiato con i tre bicchieri dal gambero rosso. Nella vinificazione in rosato, al contrario, dà vigore e gusto fruttato ai vini prodotti, contribuendo a fare dei rosé del Salento i vini rosati italiani più famosi al mondo, con in testa il Five Roses di Leone de Castris e i vini di Schola Sarmenti. Ma come abbinare un buon vino Negroamaro? Questo vino rosso pugliese ama gli abbinamenti con la tradizione culinaria locale, dalle polpette di agnello alla carne alla brace, dai piatti a base di carne di cavallo fino ai formaggi stagionati. Questo vino rosso è ideale con le pietanze dal gusto ricco come la selvaggina, i ragù di salsiccia e con carne di maiale e le carni alla griglia in genere. Perfetto inoltre con la polenta con salsiccia e funghi, le tagliatelle al cinghiale e il maialino al forno con patate! Scegli adesso i nostri vini rossi e inizia dal Salento: non aspettare a comprare il tuo Negroamaro online!
“CARMINIO” -ROSSO – IGT SALENTO – NEGROAMARO BARRICATO
€10.00"CARMINIO" -ROSSO - IGT SALENTO - NEGROAMARO BARRICATO
OTTAVIANELLO – Vino Rosso Salento I.G.T.
€9.00
- Caratteristiche del vitigno
- Foglia: media, pentagonale, pentalobata
- Grappolo: medio, piramidale, allungato mediamente serrato
- Acino: medio, ellissoidale-obovoide
- Buccia: pruinosa, delicata e di colore violetto
- Denominazioni vinificate in Puglia
- Ostuni DOC
- Murgia IGT
- Salento IGT
- Tarantino IGT
- Valle d'Itria IGT
- Caratteristiche sensoriali del vino
- Dal vitigno Ottavianello si ottiene un vino di colore rosso rubino che negli anni può diventare granato, ha sentori olfattivi che ricordano la frutta secca (nocciola e mandorla) e alcune spezie, e un sapore leggermente aromatico, morbido e persistente
MALVASIA NERA – Vino Salento Rosso I. G. T.
€9.00 – €45.00IL VINO PUGLIESE - MALVASIA NERA
LA STORIA
La Puglia è una regione del sud Italia affacciata sul versante adriatico che, con i suoi 105 mila ettari di superficie vitata, ricopre ad oggi un piccolo ruolo nel vasto panorama della viticoltura italiana: l’attenzione dei produttori verso la produzione, che in passato era rivolta alla quantità, si sta man mano spostando verso una maggiore qualità. La viticoltura in Puglia risale al periodo precedente ai Fenici, prima del 2000 a.C.. Furono tuttavia i commercianti fenici a introdurre nuovi vitigni e tecniche di produzione più sviluppate. Con i Greci, la viticoltura pugliese continuò ad espandersi, fino all’intero periodo dell’Impero Romano e oltre. Nel XIX secolo, la produzione vitivinicola pugliese non si arresta, ma cresce ulteriormente: infatti con la diffusione della fillossera, la produzione vinicola in tutta l’Europa subisce un brusco calo e i commercianti europei, e soprattutto francesi, iniziano ad acquistare consistenti quantitativi di vini pugliesi fino all’arrivo anche qui di questo parassita animale. I
VIGNA LOBIA – Vino Rosso Salento I. G. T. – Barricato 12 mesi
€10.00Cosa vuol dire vino barricato?
Sapete già cos'è la barrique? E' la botte più piccola usata per affinare il vino. Cosa ci si deve aspettare in un vino che ha subito un invecchiamento in barrique? Facciamo un passo indietro e vediamo le caratteristiche della nostra botticella. La barrique ha una capacità di 225 litri, una capacità molto ridotta rispetto alle altre botti e dunque l'alto rapporto tra la superfice del legno e la quantità di vino significa veloce maturazione. La barrique è realizzata con doghe di rovere di varia provenienza (perlopiù francese e americana) che vengono stagionate all'aperto e poi tostate con l'utilizzo di fiamma viva. Come sarà dunque il vino barricato? Dovete tenere presente che: il legno è un materiale poroso e come tale permette un passaggio di ossigeno, responsabile proprio dell'invecchiamento del vino. Ne varia innanzitutto il colore: Il rosso rubino vira sul rosso granato, quasi mattone. E non finisce qui. Cambia il bouquet olfattivo perché la tostatura della barrique è una lavorazione che regala al vino caratteristici profumi: tipiche note di vaniglia , spezie, affumicatura. Famoso anche il sentore di cocco che deriva dalle barriques americane. E il gusto? Ebbene, il passaggio in barrique, varia anche le sensazioni al palato. Il legno di questa piccola botte cede al vino i suoi tannini, regalando un'elegante astringenza, mai troppo aggressiva capace di donare buon corpo al vino. Queste dunque le caratteristiche del vino barricato che ritroverete perlopiù nei vini rossi dopo l'affinamento in questi ormai arci noti contenitori.
BOTRUS – Vino Rosso Salento I. G. T. “PASSITO”
€9.50Vino Passito


- vendemmia tardiva;
- torsione del peduncolo;
- aggressione degli acini da parte della cosiddetta muffa nobile (botrytis cinerea).
- in ambiente aperto su stuoie o graticci, oppure appesi;
- in ambiente chiuso, in appositi locali con particolari condizioni di temperatura e umidità.

PATRUNU RO’ – Vino Primitivo – SALENTO ROSSO I.G.T.
€9.00 – €48.00IL VINO PUGLIESE
PATRUNU RO’ - Vino Primitivo - SALENTO ROSSO I.G.T.
LA STORIA
La Puglia è una regione del sud Italia affacciata sul versante adriatico che, con i suoi 105 mila ettari di superficie vitata, ricopre ad oggi un piccolo ruolo nel vasto panorama della viticoltura italiana: l’attenzione dei produttori verso la produzione, che in passato era rivolta alla quantità, si sta man mano spostando verso una maggiore qualità. La viticoltura in Puglia risale al periodo precedente ai Fenici, prima del 2000 a.C.. Furono tuttavia i commercianti fenici a introdurre nuovi vitigni e tecniche di produzione più sviluppate. Con i Greci, la viticoltura pugliese continuò ad espandersi, fino all’intero periodo dell’Impero Romano e oltre. Nel XIX secolo, la produzione vitivinicola pugliese non si arresta, ma cresce ulteriormente: infatti con la diffusione della fillossera, la produzione vinicola in tutta l’Europa subisce un brusco calo e i commercianti europei, e soprattutto francesi, iniziano ad acquistare consistenti quantitativi di vini pugliesi fino all’arrivo anche qui di questo parassita animale.I vigneti pugliesi sono dominati in maniera incontrastata dai vitigni a bacca rossa, che ricoprono più dell’80%. I vitigni che regnano nel territorio vitivinicolo della Puglia sono negroamaro e primitivo, seguiti da bombino bianco e nero, trebbiano toscano, uva di Troia, sangiovese, montepulciano, malvasia nera.
Oltre alle 4 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Puglia include 28 Denominazioni di Origine Controllata (DOC), il più alto numero di DOC in Italia dopo la Toscana. In tutto il territorio pugliese è possibile produrre la DOC Aleatico di Puglia. A nord, in provincia di Foggia, si trovano le DOC Tavoliere, San Severo, Cacc’è mmitte di Lucera e Orta Nova, mentre nella provincia di Barletta-Andria-Trani abbiamo le DOC Rosso di Cerignola, Barletta e Moscato di Trani. In provincia di Bari, sorgono le 3 DOCG Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Nero di Troia Riserva, Castel del Monte Rosso Riserva, con la relativa DOC di ricaduta Castel del Monte - in comune con la provincia di Barletta-Andria-Trani -, oltre alle DOC Gravina e Gioia del Colle. Nella parte sud, tra Brindisi, Taranto e Lecce, troviamo tante DOC che ricoprono zone di produzione molto piccole, quali Negramaro di Terre d’Otranto, Terra d’Otranto, Locorotondo, Martina Franca, Ostuni, Colline Joniche Tarantine, Brindisi, Lizzano, Salice Salentino, Squinzano, Leverano, Copertino, Nardò, Galatina, Alezio e Matino. In questo territorio, inoltre, emerge la quarta DOCG della regione: il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, con la relativa DOC Primitivo di ManduriaSUSU’S – Vino Rosso Salento I.G.T.- Susumaniello
€9.00 – €48.00IL SUSUMANIELLO, STORIA DI UN VITIGNO CHE HA RISCHIATO DI SPARIRE
Il Susumaniello è un vitigno a bacca rossa autoctono della regione Puglia, coltivato prevalentemente nella zona del Salento, nella provincia di Brindisi. Il Susumaniello deve il suo nome così curioso al fatto che il vitigno, specialmente nel suo primo decennio di vita, è molto produttivo, tanto da caricarsi in modo quasi spropositato di grappoli di uva, proprio come un “somarello”.
Un vitigno che, insieme al Negroamaro, rappresenta la storia vitivinicola e soprattutto dei vitigni, del terroir della storia del Salento, ne rappresenta la radice. Il Susumaniello era infatti presente nel sistema ad alberello del Salento in una percentuale del 20%, laddove il negramaro occupava il restante 80%.


ARCIONE – VINO ROSSO SALENTO D.O.C.
€10.00Malvasia Nera: una storia che viene da lontano
La storia del nostro vitigno affonda le sue origini in epoche molto lontane. Pare che un vino dolce, quasi liquoroso, fosse coltivato in una cittadina del Peloponneso chiamata Monemvasia o Monembasia a causa di una caratteristica molto importante da un punto di vista strategico. Come recita infatti lo stesso nome, che letteralmente vuol dire "porto che ha una sola entrata", questa città era una vera e propria roccaforte collegata alla costa da una sola via d'accesso. Era quindi un luogo protetto, perfetto per crescere e prosperare senza il pericolo di inutili intrusioni esterne. Il vino di cui parlavamo all'inizio era il vanto dell'isola e continuò a esserlo per molto tempo o almeno fino all'arrivo dei Veneziani. La Repubblica di Venezia arrivò nella cittadina nel corso del XIII secolo e, stupita dall'assoluta pregevolezza di questo vino, ne incoraggiò l'esportazione in altri lidi mediterranei, tra i quali Creta, dove nacquero i primi e rudimentali vigneti che però la Serenissima dovette lasciare in seguito all'invasione da parte dei Turchi. A questo punto l'arguzia commerciale dei nostri li portò a espandere la coltivazione della Malvasia in tutto il Mediterraneo. Arrivò quindi anche in Italia e conquistò un posto d'onore nella nostra penisola tanto che molte osterie venete venivano chiamate con il nome di "Malvase". Questo successo fu anche il motivo di una grande confusione. La fama che accompagnava questa uva fece sì che vennero chiamate Malvasie vitigni molto diversi tra loro, sia da un punto di vista morfologico che ampelografico. Esiste anche un'altra interessante teoria che vuole la Malvasia Nera crescere e prosperare in qualità di vitigno autoctono in quel di Malta per poi essere importata nella nostra penisola sempre dai commercianti veneziani. Secondo alcuni storici, la Malvasia Nera pugliese ha avuto una storia molto diversa in quanto venne introdotta nella regione nel 1700 a.C dalle popolazioni cretesi e micenee e da allora non ha mai conosciuto momenti di stanca anche se soltanto negli ultimi anni ha iniziato a essere vinificata in purezza.