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TENUTA VIGNALI – ROSSO – IGT SALENTO – NEGROAMARO 100%
TENUTA VIGNALI – ROSSO – IGT SALENTO – NEGROAMARO 100%
€7.00
TENUTA VIGNALI – ROSSO – IGT SALENTO
NEGROAMARO 100% – Alc. 13,5 % Vol.
Vino di colore rosso granato intenso; ha aroma invitante di more selvatiche, prugne, frutti rossi e spezie; in bocca è morbido e persistente, equilibrato e fine.
Abbinamento: ottimo con piatti a base di carne, selvaggina e formaggi stagionati
Temperatura di servizio: 16–18°C
Vitigno: Negroamaro
Epoca di vendemmia: seconda decade di settembre
Sistema di allevamento: cordone speronato
Resa per ettaro: 90 q.li
Ceppi per ettaro: 4500
Terreno: a struttura argillosa, di varia profondità e composizione, con presenze calcaree, tufacee e sabbiose, poste sopra un basamento calcareo, in zone dai 30 ai 70 metri sul livello del mare.
Vinificazione: in contenitori d’acciaio a temperatura controllata (25–28°C) da uve diraspate. Macerazione delle bucce sul mosto per 6 giorni. Pressatura soffice
Affinamento: in acciaio e 6 mesi in bottiglia
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Categoria: VINI DEL SALENTO
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LA STORIA
La Puglia è una regione del sud Italia affacciata sul versante adriatico che, con i suoi 105 mila ettari di superficie vitata, ricopre ad oggi un piccolo ruolo nel vasto panorama della viticoltura italiana: l’attenzione dei produttori verso la produzione, che in passato era rivolta alla quantità, si sta man mano spostando verso una maggiore qualità. La viticoltura in Puglia risale al periodo precedente ai Fenici, prima del 2000 a.C.. Furono tuttavia i commercianti fenici a introdurre nuovi vitigni e tecniche di produzione più sviluppate. Con i Greci, la viticoltura pugliese continuò ad espandersi, fino all’intero periodo dell’Impero Romano e oltre. Nel XIX secolo, la produzione vitivinicola pugliese non si arresta, ma cresce ulteriormente: infatti con la diffusione della fillossera, la produzione vinicola in tutta l’Europa subisce un brusco calo e i commercianti europei, e soprattutto francesi, iniziano ad acquistare consistenti quantitativi di vini pugliesi fino all’arrivo anche qui di questo parassita animale. I vigneti pugliesi sono dominati in maniera incontrastata dai vitigni a bacca rossa, che ricoprono più dell’80%. I vitigni che regnano nel territorio vitivinicolo della Puglia sono negroamaro e primitivo, seguiti da bombino bianco e nero, trebbiano toscano, uva di Troia, sangiovese, montepulciano, malvasia nera. Oltre alle 4 Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG), la Puglia include 28 Denominazioni di Origine Controllata (DOC), il più alto numero di DOC in Italia dopo la Toscana. In tutto il territorio pugliese è possibile produrre la DOC Aleatico di Puglia. A nord, in provincia di Foggia, si trovano le DOC Tavoliere, San Severo, Cacc’è mmitte di Lucera e Orta Nova, mentre nella provincia di Barletta-Andria-Trani abbiamo le DOC Rosso di Cerignola, Barletta e Moscato di Trani. In provincia di Bari, sorgono le 3 DOCG Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Nero di Troia Riserva, Castel del Monte Rosso Riserva, con la relativa DOC di ricaduta Castel del Monte - in comune con la provincia di Barletta-Andria-Trani -, oltre alle DOC Gravina e Gioia del Colle. Nella parte sud, tra Brindisi, Taranto e Lecce, troviamo tante DOC che ricoprono zone di produzione molto piccole, quali Negramaro di Terre d’Otranto, Terra d’Otranto, Locorotondo, Martina Franca, Ostuni, Colline Joniche Tarantine, Brindisi, Lizzano, Salice Salentino, Squinzano, Leverano, Copertino, Nardò, Galatina, Alezio e Matino. In questo territorio, inoltre, emerge la quarta DOCG della regione: il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, con la relativa DOC Primitivo di Manduria Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideri
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Un vino frizzante è un vino che contiene per definizione anidride carbonica.
Come si produce un vino frizzante?
Il primo grande punto su cui riflettere è la tipologia di vino frizzante che può essere naturale o artificiale, una tipologia comune anche per quel che riguarda gli spumanti. Un vino frizzante naturale, come la stessa parola suggerisce, non prevede l’aggiunta di anidride carbonica. Quando una parte dello zucchero si trasforma in alcol viene interrotta la fermentazione per permettere poi che la stessa continui poco alla volta nel vino imbottigliato. L’anidride carbonica presente nelle bottiglie deriva dalla fermentazione dello zucchero residuo ed uscirà solo a stappatura. I vini spumanti o frizzanti artificiali sono ottenuti addizionando nel vino anidride carbonica, per mezzo molto spesso di bombole di gas e poi sottoposti a imbottigliamento isobarico, ovvero un sistema per cui si crea una pressione uguale al vino da imbottigliare, per evitare eventuali perdite di gas. Articolo aggiunto! Sfoglia la lista dei desideri
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